SESSO IN UFFICIO – parte 2 – Campobasso (CB) - Napoli Trasgressiva

SESSO IN UFFICIO – parte 2 – Campobasso (CB) - Napoli Trasgressiva

Dopo aver raggiunto in fretta due orgasmoni facendosi leccare la figa sdraiata sulla sua scrivania, mi stupii quando, subito dopo aver ricambiato il piacere con un pompino un po' maldestro (col marito non c'era abituata) mi chiese di infilarle una-due dita nel culo. Anche questa era un'esperienza che le mancava. Potevo sottrarmi a questo gravoso compito? Noooo! Anzi, dopo averle allargato il buco a forza di saliva e sditalate, la girai a pancia sotto, diressi la punta del mio cazzo nuovamente duro nel suo culo e, centimetro dopo centimetro, la sodomizzai a lungo.
A quel punto si accese come una ninfomane mancata e, gustando fino in fondo quell'insolita posizione, ha perso il controllo e ha iniziato a gridare a ogni successivo orgasmo. Sapevamo entrambi che tutto quel casino sarebbe stato sentito dagli abitanti del primo piano sopra la banca e dovevamo anche ricomporci prima che, alle 17,30 precise, entrasse la donna delle pulizie.
Ma ormai eravamo in ballo e volevamo ballare. Bloccammo le porte di sicurezza con la chiave di emergenza e continuammo a scopare in modo indecente.
Estrassi il cazzo ancora in tiro dal suo buco del culo e la girai di nuovo a pancia in su, proprio sui tabulati degli estratti conto di fine anno, gli stessi fogli che avremmo spedito a tutti i clienti che non si fidavano della home banking (banca online). Malvina mi ha abbracciato con le gambe fin sulle spalle per inghiottire interamente il mio cazzo nella sua figa deliziosamente bagnata e folta.
Malgrado fossi già venuto una prima volta col pompino, ho dovuto combattere per controllare il mio pompaggio in modo da non eiaculare troppo presto. Quella volta godette con strilli assurdi e io feci altrettanto. Mi sentivo come se stessi sparando tutto il seme accumulato in quei mesi di corteggiamento silenzioso. Finimmo appena in tempo per ricomporci e aprire la porta di sicurezza alla donna che stava suonando il citofono.
A Malvina non era mai stato permesso di esprimere liberamente la sua sessualità e adesso ci scopiamo una volta alla settimana in un albergo a ore di Campobasso. Non le ho mai confessato di aver sborrato tante volte nella sua tazza del caffè e sulla sedia. Forse un giorno lo farò, ma per il momento preferisco sborrare dentro la sua figa o nel suo culo.
FINE

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